Una bomba B61-12 disattiva durante un’esercitazione a bordo di un C-17A. (fonte: U.S. Air Force).

 

Escalation logistica, la guerra si allarga

 

 

Proseguendo nel proprio compito di informazione e denuncia, the Weapon Watch ha raccolto materiale informativo che prova l’incremento dell’attività logistica al servizio della guerra e la crescente militarizzazione delle relazioni internazionali.

Si tratta di elementi disparati, certo, già pubblicati da fonti ‘aperte’ o raccolti da cittadini e lavoratori della logistica sulle strade, nelle stazioni, nei magazzini. Inseriti in un quadro complessivo di spese militari in rapida espansione, segnalano che il flusso dei trasferimenti di armi e munizioni da guerra è diretto principalmente verso l’Ucraina, spesso attraverso la Polonia, un paese tornato al centro se non alla testa dello scontro politico-militare in corso in Europa. Ma allarmanti sono anche i massicci invii di armi verso l’Africa, in turbolente regioni in cui si acuisce lo scontro geopolitico e il conflitto intrecciano interessi economici (materie prime, petrolio, condotte energetiche) e dove causando spostamenti di masse di profughi civili che provocano devastanti crisi umanitarie.

 


 

Ancora obici riciclati all’Ucraina

Lo scorso 14 aprile abbiamo raccolto le testimonianze di viaggiatori che, nelle stazioni venete durante lo sciopero dei ferrovieri, hanno assistito al passaggio del convoglio di venti obici semoventi M109 dismessi dall’Esercito e donati all’Ucraina. Nuove immagini ci giungono dalla stazione di Verona Porta Nuova di un altro convoglio, il 28 aprile scorso: si tratta ancora degli stessi obici semoventi, nella versione L “migliorata” con cannone da 155 mm fabbricato da OTO Melara di La Spezia e montato complessivamente su 221 obici ex versione G, tra la fine degli anni Ottanta e la metà dei Novanta. Dovevano essere venduti al Pakistan, ma il contratto fu bloccato dall’amministrazione Trump. Una decina di esemplari è stata consegnata a Gibuti, parte del compenso per la base militare italiana nel territorio della ex Somalia francese. Parcheggiati nei depositi dell’esercito ne rimanevano ancora un centinaio, fino a che il governo Draghi ha deciso di destinarne una sessantina all’esercito di Kiev. Particolarità tecniche del cannone da 155 mm made in Italy, praticamente lo stesso che equipaggia i cannoni FH-70 a traino meccanico, sono la gittata massima di 24 km (rispetto ai 18 km della versione G) e la possibilità di utilizzare il munizionamento potenziato OTO-Vulcano e di lanciare granate nucleari tattiche.

 


 

Nuove testate atomiche “italiane”

Il sito specializzato Itamilradar ha segnalato, lo scorso 14 aprile, l’inconsueta rotta di volo di un Boeing C-17A ‘Globemaster III’ dell’aviazione militare americana, contrassegnato 09-9210. La notizia è stata ripresa con una certa evidenza da «Il Messaggero» del 21 aprile 2023 e poi da molti altri media nazionali. Infatti è assai probabile che con questo volo siano arrivate in Italia le nuove bombe nucleari B61-12.

The Weapon Watch ha recentemente presentato al pubblico il suo Manuale per weapon watcher.

Si tratta di un opuscolo di 34 pagine illustrate, che riassumono le esperienze dei ricercatori e dei collaboratori di WW in Italia e all’estero. Le pubblichiamo come contributo alla creazione di una rete di “osservatori” diffusa sui territori, e soprattutto tra lavoratori dei trasporti e della logistica, una categoria tanto indispensabile al funzionamento delle economie avanzate quanto precarizzata e irregimentata in ritmi di lavoro intensi. Il Manuale è disponibile in tre lingue (italiano, inglese, spagnolo).

APPROFONDIMENTI

Pubblichiamo qui alcuni recenti interventi di Gianni Alioti sui temi dell’industria militare e della riconversione, centrali nella proposta di The Weapon Watch.

La guerra muove interessi inconfessabili

Il riarmo non crea posti di lavoro

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