6a puntata: Intermediari e clienti per i droni killer israeliani

Secondo la Relazione al Parlamento, le dieci aziende che nel 2023 hanno importato materiale militare da Israele sono: Elettronica, Era Electronic Systems, Gelco, Leonardo, MBDA, Milexia, RWM Italia, Simecon, Simmel Difesa, Telespazio. L’importo complessivo è di 46,4 milioni di euro, molto di più (+76%) rispetto a quanto risulta esportato nello stesso anno. Le Agenzie delle Dogane riferiscono di aver registrato 61 operazioni di importazioni militari da Israele.

Due aziende erano anche nella lista degli esportatori: ovviamente Leonardo, che in Israele possiede una società che produce sistemi radar; e RWM Italia, la filiale italiana di una delle aziende del grande gruppo tedesco Rheinmetall, con sede a Ghedi (BS) e stabilimento a Domusnovas (SU), specializzata in munizioni pesanti per artiglieria e per aereo.

In effetti l’importazione di munizionamento (cat. 04) è quasi decuplicata. Nell’ultimo anno, rispetto ai 20-24 milioni solitamente importati negli anni precedenti, sono stati acquistati 189,85 milioni di euro di bombe, missili, munizioni pesanti e leggere.

Riguardo a RWM c’è un piccolo “mistero”. Durante l’anno, la società ha regolato un consistente pagamento di 33.335.025,26 € per un’importazione da Israele, ma né nel 2023, né in anni precedenti ha mai ottenuto autorizzazioni all’importazione per una cifra così elevata. Potrebbe trattarsi di un anticipo contrattuale, e in questo caso ci dovremmo aspettare la pubblicazione dell’autorizzazione nella prossima Relazione, sempre che per la sua redazione il governo mantenga almeno le stesse regole.


L’HERO 30 ha un peso di circa 3 Kg, autonomia dai 5 ai 40 Km e di 30 minuti in volo. Può raggiungere una velocità fino a 100 nodi.

Tra le operazione di import autorizzate a RWM Italia, notiamo diversi acquisti di kit diloitering munitions tipo HERO 30 e di tipo HERO 120, comprensivi di ricambi, sistemi di lancio, simulatori, manuali, settimane di addestramento ecc. È il risultato della partnership tra la israeliana UVision, che ha progettato e produce le loitering munitions HERO, le “munizioni vaganti” note anche come “droni killer” o “droni suicida”,e il gruppo tedesco Rheinmetall. La RWM Italia, società controllata da Rheinmetall, ha infatti acquistato la relativa tecnologia degli HERO ed è quindi probabile che sia impegnata a sviluppare o produrre in Italia sotto licenza i droni israeliani. In altre parti della Relazione leggiamo in effetti che RWM Italia ha organizzato una o più dimostrazioni pratiche degli HERO in Finlandia.

Inoltre, sempre dalla Relazione registriamo che nello stesso 2023 RWM Italia ha ottenuto autorizzazioni per esportare centinaia di droni israeliani HERO 30 e HERO 120, di cui però non si registrano per ora né segnalazioni finanziarie né consegne con traccia doganale.

Già nell’autunno 2021 la stampa specializzata segnalava che – seguendo l’esempio dell’US Special Operations Command – l’Esercito italiano si apprestava a diventare il primo tra i paesi Nato europei ad adottare HERO 30 di UVision come loitering munition per le proprie forze speciali, con un primo contratto per 3,88 milioni di euro firmato dallo Stato maggiore italiano nel luglio 2022 e consegne nel 2023.

La propulsione dei droni HERO è assicurata da un motore elettrico spingente.
I corsi di formazione per il personale militare italiano si sono svolti presso la sede di UVision a Tzur Yigal, in Israele.

Tutti questi elementi, rilevabili dalla Relazione, da una parte confermano la notevole integrazione degli armamenti israeliani – field-proven dalle IDF sulla popolazione civile palestinese – nell’apparato militare-industriale e nella difesa italiani. Dall’altra dovrebbero suonare come un campanello d’allarme presso le autorità di controllo e l’opinione pubblica, perché rivelano quanto la “piattaforma Italia” siaintensamente utilizzata da intermediari e aziende straniere con sede nel nostro paese (come RWM Italia, e come molte altre) per triangolazioni commerciali, in questo caso a favore di un produttore israeliano. In Italia i controlli sono molto blandi: delle 123 aziende autorizzate ad esportare nel 2023, solo 10 hanno subito un controllo per lo più formale che sostanziale. Quanto ai controlli post vendita, le autorità italiane non svolgono alcuna ispezione all’estero per stabilire gli effettivi destinatari finali delle forniture di armamenti.