Comunicato stampa

TALAMONE, 7 LUGLIO 2023

LA “NAVE DELLA MORTE” BAHRI ABHA HA CARICATO STAMATTINA ARMAMENTI ED ESPLOSIVI ORMEGGIATA IN MEZZO ALLA BAIA TURISTICA DI TALAMONE, TRA BARCHE A VELA E SURF. CHE COSA DI PRECISO HA CARICATO E PER QUALE DESTINAZIONE? PERCHE A TALAMONE E NON IN UN PORTO COMMERCIALE?

Puntualmente, come previsto dalla compagnia saudita, la nave «Bahri Abha» è giunta alle 8 nella rada di Talamone. Poche ore prima, testimoni oculari, immagini fotografiche e dalle webcam della zona hanno ripreso l’arrivo nel porticciolo di quattro camion con container contrassegnati dalle targhe arancio obbligatorie per il trasporto di esplosivi.

La nave ha svolto con le proprie gru le operazioni di carico dalle chiatte trainate sottobordo. L’area è stata posta al controllo di vigilanti armati e della Guardia di Finanza. La presenza inoltre dei Vigili del Fuoco conferma che nel carico si trovava anche merce pericolosa (dangerous goods) esplosiva o infiammabile.

Verso le ore 11,30 è ripartita con destinazione Alessandria d’ Egitto e il Medio Oriente.

LA DOMANDA CHE CHIUNQUE SI FA È PERCHÉ LA «BAHRI ABHA» NON HA CARICATO A LIVORNO O A CIVITAVECCHIA, I PORTI COMMERCIALI PIÙ VICINI ALLE PROBABILI FABBRICHE DI ARMI CHE SPEDIVANO LA MERCE, PORTI BENE ATTREZZATI E CERTAMENTE PIU’ SICURI PER OPERAZIONI DEL GENERE? CHE COSA C’ERA DA NASCONDERE AGLI OCCHI DEI LAVORATORI PORTUALI, DELLE ORGANIZZAZIONI PACIFISTE E DELL’OPINIONE PUBBLICA?

L’osservatorio the Weapon Watch ha già pubblicato un precedente comunicato stampa in un post del 28 giugno scorso, in cui si chiedeva conto alle autorità competenti e al governo di queste operazioni che riportano all’attenzione pubblica il “porticciolo delle armi” di Talamone, per molti anni nel passato utilizzato per l’imbarco di bombe e armamenti pesanti prodotte dalle grandi aziende concentrate nella valle del Sacco (provincia di Frosinone e di Roma) e nel vicino “polo Tiburtino”.

Negli anni Ottanta e Novanta grandi aziende come la Simmel Difesa (sotto controllo del capitale francese) e la Avio di Colleferro (indirettamente controllata da Leonardo) esportarono ingenti quantità di bombe e missili impiegate nei teatri di guerra dell’epoca.

Talamone fu anche il porto in cui si imbarcarono tonnellate di mine antiuomo prodotte dalla famigerata ditta Valsella di Castenedolo (BS), utilizzate massicciamente nella guerra Iran-Iraq, in Israele, in Sudafrica.

La campagna internazionale contro le mine antiuomo e il coinvolgimento di aziende italiane nei massacri in Iran e Iraq aprirono una riflessione pubblica che portò all’approvazione della legge 185, avvenuta 23 anni fa, il 9 luglio 1990. In quella legge è previsto l’obbligo che il governo presenti al Parlamento ogni anno entro il 31 marzo una relazione sulle autorizzazioni concesse per l’esportazione di materiale militare.

Ribadiamo la richiesta alle autorità competenti e al governo di fornire informazioni dettagliate sulla tipologia di armamenti imbarcati a Talamone, il loro valore e la destinazione, informazioni che dovrebbero essere contenute nella Relazione 2023 ai sensi della Legge 185 ma che il governo non ha sinora pubblicato impedendo così al Parlamento e all’opinione pubblica di svolgere le funzioni di controllo previste dalla legge.

Nelle immagini, si vede la “Bahri Abha» che entra verso le 8 nella baia e successivamente si ancora in rada di fronte alla spiaggia del camping degli appassionati di vela, per effettuare le operazioni di carico con le due gru di bordo da 120 t 8seconda e terza foto). Nella quarta foto i camion con i container pronti al trasbordo, mentre la gru di terra mette in acqua la chiatta (evidenziata dal rettangolo) dal pontile di Talamone, fotografati all’alba del 7 luglio. Si possono distinguere le ‘etichette’ arancioni obblgatorie per il trasporto degli esplosivi (evidenziati dai cerchi).