Da alcune settimane, l’osservatorio the Weapon Watch sta portando avanti una proposta per dare uno sbocco positivo alle proteste che si sono organizzate in tutto il paese e si sono concentrate particolarmente sul tema del controllo del commercio marittimo degli armamenti. L’abbiamo già anticipata in un articolo (“Dalle lotte portuali una proposta di trasparenza”, pubblicato il 3 settembre 2025), è stata anche ripresa da alcuni organi di stampa (vedi la nostra Rassegna stampa). L’abbiamo discussa con i portuali del CALP di Genova, ma la proposta vuole anche essere un modello da proporre in altri porti italiani, anch’essi investiti dalle proteste di un movimento che si è mobilitato soprattutto per Gaza ma che è sempre più sensibile al coinvolgimento italiano nella “guerra mondiale a pezzi” e che ha colto il riarmo in corso come una minaccia tanto al welfare e alla spesa sociale, quanto al delicato sistema degli equilibri tra organi dello stato, istituzioni elettive, sistema dell’informazione.
Come si vede già dal titolo, la proposta si rivolge innanzi tutto a sindaci e consiglieri comunali delle città portuali, e in particolare di La Spezia, Marina di Carrara, Livorno, Salerno, Cagliari, Bari, Ravenna, Venezia, Trieste, dove anche di recente the Weapon Watch ha documentato significativi passaggi di armamenti, diretti verso paesi in guerra o dove si stanno gravemente violando le leggi del diritto internazionale umanitario.
APPELLO AI SINDACI E AI CONSIGLI COMUNALI DELLE CITTA’ SEDE DI PORTI COMMERCIALI