Comunicato stampa di OPAL e Weapon Watch

 

Il Parlamento verifichi i criteri e le modalità adottati da Agenzie Industrie Difesa

nella vendita dei materiali militari dismessi

 

L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia e l’Osservatorio the Weapon Watch di Genova evidenziano le criticità e sollevano diversi interrogativi circa la conformità di alcune operazioni compiute dall’Agenzia Industrie Difesa, ente di diritto pubblico che agisce per conto del Ministero della Difesa.

Si tratta delle operazioni che riguardano la vendita alla RUAG Holding, società svizzera di stato nel settore armamenti, di un centinaio di carri armati Leopard 1A5, dismessi dall’Esercito italiano.

Il caso dei Leopard italiani (o forse svizzeri… o tedeschi…)

 

Questo articolo esce in conteporanea al comunicato qui sopra, di cui approfondisce i contenuti rimandando alle fonti dell’inchiesta giornalistica.

 

Un servizio della Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) – dove lavorano alcuni tra i migliori giornalisti investigativi nella nostra lingua – ci racconta una nuova puntata dell’edificante vicenda dei Leopard, i carri armati tedeschi che (non) faranno vincere la guerra all’Ucraina. Ne abbiamo già accennato in un precedente articolo.

 

Nelle puntate precedenti abbiamo visto che il governo tedesco, partito – secondo gli americani – con colpevole ritardo nell’aiuto militare all’Ucraina, si è affannato a recuperare il tempo perduto destinando al paese invaso una pletora di armamenti, in parte prelevati dai propri magazzini militari e soprattutto da quelli delle industrie nazionali, in qualche caso persino ancora da produrre. Tra l’altro ha inviato 18 Leopard 2A6 della Bundeswehr e ha contribuito alle donazioni da parte di altri eserciti dotati di Leopard 2 (Polonia, Svezia, Portogallo, Finlandia, Spagna, Canada, Norvegia).

The Weapon Watch ha recentemente presentato al pubblico il suo Manuale per weapon watcher.

Si tratta di un opuscolo di 34 pagine illustrate, che riassumono le esperienze dei ricercatori e dei collaboratori di WW in Italia e all’estero. Le pubblichiamo come contributo alla creazione di una rete di “osservatori” diffusa sui territori, e soprattutto tra lavoratori dei trasporti e della logistica, una categoria tanto indispensabile al funzionamento delle economie avanzate quanto precarizzata e irregimentata in ritmi di lavoro intensi. Il Manuale è disponibile in tre lingue (italiano, inglese, spagnolo).

Pubblichiamo qui alcuni recenti interventi di Gianni Alioti sui temi dell’industria militare e della riconversione, centrali nella proposta di The Weapon Watch.

  La guerra muove interessi inconfessabili   Il riarmo non crea posti di lavoro

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