MUNIZIONI FIOCCHI SU una “carretta del mare”

COME FACCIAMO A CREDERE CHE 4,5 MILIONI DI EURO DI MERCE PREGIATA E PERICOLOSA SIANO STATI AFFIDATI DALL’AZIENDA FIOCCHI A UNA “CARRETTA DEL MARE” DI 80 METRI DI UN ARMATORE LIBANESE OFFSHORE E DI UN MANAGER GRECO CON PRECEDENTI DI SEQUESTRO DI CARICHI ESPLOSIVI?

La vicenda della nave «Eolika» e del suo carico di munizioni sequestrate in Senegal segue di pochi giorni quella – di ben diverse proporzioni – del cargo saudita «Bahri Yanbu». In entrambi i casi vi è coinvolto il porto della Spezia, ma nel primo caso si è trattato di merci regolarmente imbarcate e sdoganate in Italia, mentre in quello della Bahri non sono stati esercitati i controlli sul transito di armamenti provenienti e destinati a paesi terzi.

Diamo atto al presidente dell’Autorità portuale della Spezia Mario Sommariva di aver preso una posizione costruttiva e propositiva nel senso che – sono sue parole – «per dare maggiore e piena efficacia alla legge 185/90 (…) sarebbe necessario integrarla con una norma che preveda l’obbligo di adeguata certificazione per i vettori marittimi di queste tipologie di merci, che effettuano i trasporti dal nostro paese».

È quello che era stato proposto anche durante i lavori in preparazione del Trattato internazionale sul commercio delle armi convenzionali, ma l’idea di rendere responsabili i partecipanti a una catena logistica di armamenti fu seccamente respinta dalle maggiori potenze militari del pianeta.

Sappiamo tra l’altro, da un sito d’informazione greco, che il cosiddetto “armatore” (in realtà dovrebbe essere il manager) della nave Eolika si chiama Theodoros Rellos. È stato convocato dalle autorità senegalesi a Dakar, dove avrebbe dovuto pagare l’ammenda per “liberare” la nave, ma dove invece è stato anch’egli arrestato.

Rellos era già stato coinvolto in un “traffico”, questa volta di esplosivi, con la nave «Andromeda» circa tre anni fa, ed era stato a lungo agli arresti.

Resta quindi poco credibile che un’azienda come Fiocchi, conosciuta e rinomata in tutto il mondo, abbia affidato 4,5 milioni di euro di munizioni senza coperture assicurative e legali a un operatore che non è azzardato definire “molto dubbio”.

Del resto, il lungo stazionamento davanti alle coste senegalesi – che ha insospettito i doganieri di Dakar – e la tipologia della nave, con un bordo molto basso, più adatto ai canali olandesi per cui era stata progettata che a un avventuroso viaggio transatlantico, farebbero semmai pensare a sbarchi in mare su chiatta, magari nottetempo. Nottetempo sembra essersi infatti svolta la perquisizione doganale a bordo della «Eolika», col ritrovamento dei tre container di munizioni (vedi l’immagine QUI A FIANCO).

Screenshot del filmato del sequestro pubblicato da AfricaNews, visibile qui

L’azienda Fiocchi Munizioni da parte sua ha comunicato in queste ore di avere commissionato il trasporto diretto a destino con previsione di scalo tecnico in Spagna e di non avere ricevuto notifica preventiva dell’esigenza dello scalo a Dakar, di cui ad oggi ignora ancora le motivazioni: “Fiocchi conferma pertanto la correttezza del proprio operato ed anzi lamenta un danno reputazionale ed economico ingente.”

ASPETTIAMO ALLORA CHE FIOCCHI SPIEGHI ESATTAMENTE LA PROCEDURA DI SPEDIZIONE CHE HA SEGUITO E PERCHÈ SI È RIVOLTA A QUESTI OPERATORI.