LETTERA AL PRESIDENTE DELL’AUTORITA’ DI SISTEMA PORTUALE DEL MARE DI SICILIA ORIENTALE

In occasione della GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE TOTALE DELLE ARMI NUCLEARI del 26 settembre 2020, The Weapon Watch ha scritto una ‘lettera aperta’ al presidente dell’APdS che ha sede nel porto di Augusta, uno dei più inquinati e al contempo più implicati nel dispositivo marittimo militare del Mediterraneo.

Il porto di Augusta è da tempo al centro di progetti di espansione delle banchine militari e del retroporto commerciale, anche a scapito delle saline di Punta Cugno dichiarate "sito di interesse comunitario".
Il porto di Augusta è da tempo al centro di progetti di espansione delle banchine militari per accogliere le FREMM. Sembra per ora bloccata, invece, l’espansione del retroporto commerciale a scapito delle saline di Punta Cugno, dichiarate “sito di interesse comunitario”.

Caro Presidente Andrea Annunziata,

le scriviamo per condividere, con lei e con le persone che in modo diverso lavorano nel porto di Augusta, una convinzione e una azione: la convinzione che un mondo senza armi nucleari è senza dubbio migliore e più sicuro, l’azione è la richiesta che l’Italia aderisca al Trattato per la moratoria totale delle armi atomiche, armi presenti anche nelle basi italiane degli “alleati” statunitensi.

Siamo un gruppo di persone, uomini e donne di ogni età, appartenenti a mondi diversi, a tradizioni e culture diverse, ma uniti nella convinzione che il disarmo nucleare dell’umanità e degli stati sia un impegno doveroso che ci coinvolge tutti, insieme a voi.

Abbiamo fondato un’associazione – che abbiamo chiamato The Weapon Watch – che si è data il compito di renderci più consapevoli di che cosa passi per i porti italiani ed europei, di quali armamenti, munizioni e attrezzature l’Italia e i paesi industrializzati spediscano nel Sud del mondo per alimentare le guerre in corso. L’associazione ha sede a Genova, dove nei mesi scorsi i lavoratori del porto hanno condotto significative proteste contro le navi saudite cariche di armi da impiegare nella guerra senza fine nello Yemen.

Stiamo costruendo e continueremo a costruire “ponti” per collegare la nostra azione a quella dei porti belgi, francesi, spagnoli che cercano di boicottare i mercanti di morte e i “guerrafondai”, esplicitamente maledetti da papa Francesco. Porteremo le nostre conoscenze e il nostro attivismo nei porti italiani più impegnati nel controllo degli armamenti – Trieste per esempio, e anche Napoli “porto de-nuclearizzato” – e in quelli (sono una decina, in Italia) che dovrebbero prevedere misure in caso di incidente nucleare. Siamo collegati con le associazioni pacifiste e antimilitariste che si battono per il Mediterraneo come Mar de Paz e che stanno preparando la Seconda Marcia Mondiale della Pace.

Prendiamo esempio ed energia dalla lunga lotta nonviolenta che ha contribuito a chiudere la base militare di Comiso – affidata alla NATO tra 1983 e 1991 – intitolata al criminale di guerra Vincenzo Magliocco, aeroporto che oggi è tornato attivo per il trasporto civile ed è stato dedicato al deputato comunista Pio La Torre ucciso dalla mafia.

Vogliamo aggiungerci alle molte voci che in Sicilia si sono levate per ricordare che l’isola – secondo l’art. 50 dei Trattati di Pace firmati dagli alleati e dall’Italia a Parigi, nel febbraio del 1947 – ha uno statuto de-militarizzato, pienamente violato da installazioni come quelle della base aerea di Sigonella e del MUOS di Niscemi.

Nella Giornata Internazionale della Pace auspichiamo che anche il porto di Augusta possa darsi un profilo di pace e di controllo del transito di armamenti e che l’Autorità Portuale da Lei presieduta si apra a un confronto con le organizzazioni della società civile sui temi sopra ricordati.

Cordialmente